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Quando utilizzare il filtro di polarizzazione

I diversi materiali riflettono la luce in modi diversi, che possono essere caratterizzati con una funzione di riflettanza. La funzione di riflettanza di un materiale lucido presenta un forte picco speculare (vedi Fig. 1), che indica che la maggior parte della luce riflessa dalla superficie ha con essa lo stesso angolo del raggio incidente. Le superfici opache, invece, presentano una funzione di riflettanza diffusa, il che significa che un raggio di luce proveniente dalle sorgenti viene riflesso in una direzione casuale.

Lo scopo degli spettrofotometri, come specificato nella norma ISO 13655, è quello di misurare la componente diffusa della riflettanza. Pertanto, i dispositivi 45/0, come il Barbieri Spectro LFP qb, illuminano la superficie da studiare a 45 gradi e rilevano la luce riflessa in direzione normale. Questo permette di trascurare il picco di lucentezza, che viene rilevato solo quando la direzione di osservazione è speculare a quella di illuminazione.
Tuttavia, a volte è necessario misurare il colore dell’inchiostro bagnato, che potrebbe generare picchi speculari in direzione del rilevatore. Se la luce di questi picchi viene acquisita dal rilevatore, può distorcere notevolmente i valori misurati.

Per questo motivo, è stata introdotta la condizione di misura M3. Il setup M3 comprende due polarizzatori lineari ortogonali tra loro, uno di fronte alla sorgente luminosa e l’altro prima del rivelatore. Infatti, mentre i raggi di luce inclusi nel picco speculare sono polarizzati nella stessa direzione, quelli diffusi hanno una polarizzazione casuale.

Pertanto, il filtro posto davanti al rilevatore lascia passare quasi solo i raggi di luce diffusa, eliminando la lucentezza superficiale (cfr. Fig. 2,3,4).

Fig. 2: Grafico stampato su materiale lucido

Fig. 3: Superficie senza filtro di polarizzazione

Fig. 4: Superficie con filtro di polarizzazione

Empiricamente, la condizione M3 ha dimostrato di migliorare la precisione delle misurazioni in vari casi, ad esempio quando si stampano superfici con texture lucide, o quando si tratta di bronzatura, o quando si desidera misurare il colore mentre l’inchiostro è ancora bagnato. Tuttavia, deve essere usata con cautela: infatti, senza l’effetto della riflessione speculare, la luminosità misurata dei colori scuri è solitamente inferiore rispetto alle condizioni di misurazione M0, M1 e M2, quindi il gamut risultante appare più ampio. Questo effetto potrebbe distorcere la tonalità misurata del campione e fornire quantità che non corrispondono alle condizioni di visione reali. Pertanto, la condizione M3 dovrebbe essere adottata solo quando è necessario misurare una superficie irregolare lucida.

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